Marsala, Italia, Marsa Alam, Egitto. Troppo simili i due toponimi per non tradire un'origine comune e troppo curioso io per non cercare di scoprirla. Mi basta aprire Wikipedia per avere la risposta: Marsa Allah vuol dire Il Porto di Allah, è così che la città siciliana è stata battezzata dai conquistatori arabi che nell'800 dopo Cristo da qui hanno iniziato la loro espansione nel sud del nostro paese, anche se forse parlare di battesimo è un po' fuori luogo visto che si trattava di conquistatori musulmani, ma ci siamo capiti. Il Porto di Dio quindi. Offrirà un ridosso della Madonna, penso! Purtroppo non è così, basta aprire la carta nautica per rendersi conto che è piuttosto esposto ai venti dei quadranti meridionali, almeno nella sua parte centrale, quella che conseguentemente costa meno, quella che ho scelto io per ragioni squisitamente economiche. Piazza Grande starà al pontile per qualche settimana, poi conto di metterla in secco ai primi di novembre, sia per stare tranquillo, sia per fare quei lavori che la cura regolare di un'imbarcazione impone. Marsala è anche il porto dove è sbarcato Garibaldi per iniziare la sua impresa con le mille camicie rosse, un luogo ricco di storia, insomma, cosa che me lo rende già simpatico prima ancora di arrivarci. Marsala è l'ultimo posto dove pensavo di finire quando sono partito, quattro mesi or sono; come ha detto qualcuno la vita è tutto quello che ci accade mentre siamo impegnati a progettare altro.
Sarà stato il problema all'invertitore o la voglia inconscia di non tornare, di prolungare questo lungo viaggio, seppur spezzandolo con un rientro a casa prima che mi diano veramente per disperso in qualche mare lontano, fatto sta che dopo la sosta cultural-gastronomica a Palermo, la mia prua punta a ovest anziché a est.
Il sole cala dietro Capo S. Vito |
Il faro di S. Vito lo Capo |
Il mare è pieno di alghe galleggianti, impossibile tenere la traina |
Piazza Grande nella sua nuova casa |
Ammortizzatore di ormeggio per poco abbienti |
Alle cinque passa a prendermi Davide, l'ennesima sua cortesia che quasi mi imbarazza, strada facendo vedo le saline ed i mulini a vento ancora in uso, poi la sagoma della torre di controllo, la coda di un aereo, sento il rombo di un decollo. Saluto il mio amico, entro dentro, svolgo le procedure di imbarco, poi, rannicchiato nel piccolo sedile che mi hanno assegnato, chiudo gli occhi mentre sento l'aereo sollevarsi da terra. Torno a casa.
Buon rientro Capitano!
RispondiEliminaPromettimi che, anche saltuariamente, ci terrai aggiornati durante il lungo inverno.
Grazie per la compagnia ed i tuoi piacevoli racconti.
Ciao Luciano, grazie per averci lasciato sognare con te!
RispondiEliminagrazie, è stato bello
RispondiEliminaCiao Luciano, come sempre rimango senza parole, peccato nn leggerti piu' bv
RispondiEliminaPietro
Nice blog post.
RispondiElimina