Dopo una ventosa notte trascorsa serenamente alla ruota di fronte Calasetta, sull'isola di Sant'Antioco, salpiamo l'ancora in tarda mattinata quando il vento ha ormai mollato quasi completamente. Andrea recupera la catena, facendo attenzione che si disponga senza ammucchiarsi nel suo gavone, e quando il ferro da 16 chili ha preso posto nel suo alloggiamento sul musone di prua, alzo rapidamente la randa per uscire dalla piccola insenatura che ci ha ospitato.
Salpare a vela con vento leggero e per giunta al traverso è piuttosto facile e torna molto utile quando si vuole credere di essere grandi velisti. Appena Piazza Grande prende un poco di abbrivo apro anche il genova convinto di prendere il via, ma un paio di improvvisi salti di vento ci costringono ad altrettante repentine virate e dopo 10 minuti siamo praticamente a 200 metri dalla rada, cosa che vanifica automaticamente l'incremento di autostima acquisito con la manovra eseguita poco prima.
Le antiche mura |
La club house fichetta del marina fichetto |
Antichi costumi alla processione |
Il castello |
L'acqua del sindaco |
Cent'anni e non sentirli (grazie al restauro) |
Complimenti, bello scritto. Largamente condivisibili anche le tue considerazioni extra-veliche.
RispondiEliminaSoltanto, permettimi, una tiratina d' orecchie per quel "bagnasciuga" che cozza con una terminologia invece molto corretta ; forse sarebbe stato meglio "battigia" ? :-)))))
Aspettiamo il seguito.
Corretto, grazie per la precisazione.
EliminaCarloforte, Porto Flavia che bei ricordi, posti stupendi, gente tosta, gran popolo! Bel racconto e condivisibili certi concetti ;) Buon Vento Capitano :-)
RispondiEliminaFernando, ma quando vieni a farti un giro?
EliminaBellissima lettura,,,
RispondiEliminaMau.
Grazie Maurizio!
EliminaLeggere di Carloforte è molto divertente, così come è bello rivedere li Piazza Grande, finalmente nelle mani di un grande Capitano! Una piccola correzione, il Ruggero II è stata costruita ex novo, letteralmente a bordo strada, in un tempo di svariati anni. Era divertente passarci di fianco anno dopo anno, vederla con incredibile lentezza prendere forma e avere finalmente una splendida risposta, dopo molti anni, alla domanda: "ma che stanno facendo? ".
RispondiEliminaGrazie per il grande capitano e per la precisazione. La storia del Ruggero me l'ha raccontata il tizio del marina, il proprietario ha mantenuto la chiglia, un paio di ordinate ed un paio di madieri, pare sia il minimo indispensabile per le regole di non so quale ente che certifica le imbarcazioni antiche. Non sono entrato nel dettaglio per non annoiare i lettori, del resto si sa che tutte le barche di legno negli anni vengono praticamente rifatte nuove. A questo splendito restauro/ricostruzione pare abbiano partecipato i migliori maestri d'ascia di Carloforte, un luogo dove questa antica arte è ancora viva. Il risultato è strepitoso!
Elimina