(J. Conrad, Lo specchio del mare)
Soffia, soffia forte, fortissimo. Colpisce Piazza Grande sul lato di dritta, la scuote, la strattona facendo stridere le cime di sopravvento che si allungano fino al massimo consentito dalla loro elasticità per poi ritrarsi su se stesse una volta arrivate al limite. Così ininterrottamente, una frustata dopo l'altra. Fra le sartie risuona come un ululato, le bandiere alle crocette sbattono con lo stesso rumore delle lenzuola stese al vento, le drizze tintinnano all'interno della cavità dell'albero malgrado le abbia cazzate a ferro.